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martedì 15 dicembre 2009

Il giorni della tartaruga - riduzione dal romanzo omonimo di Claudio Elliott per piece teatrale e video

Copione – Bozza di lavoro


I giorni della tartaruga

Una storia di bullismo e disagio giovanile

Riduzione per piece teatrale e video del romanzo “I giorni della tartaruga” di Claudio Elliott

Progetto UPI – POGAS “Idea Lavoro – Misurati Crescendo”



Canovaccio per lo spettacolo – tavola rotonda su I giorni della tartaruga

 
SCENA I Tutti in classe - Sequenza di immagini di città fanno da sfondo alla scena, come se sullo sfondo ci fosse una grande finestra.* La cosa avviene all’improvviso, mentre si svolge la normale attività di classe. Simone si alza, chiede di poter andare al bagno, e nel passare tra i banchi dà uno scappellotto sulla testa di Davide. Davide è il più bravo della classe, è al primo banco e porta gli occhiali. Gli occhiali cadono. Simone ride, poi esce. La prof. di italiano osserva senza intervenire. Davide rialza gli occhiali, controlla le lenti, raddrizza le stanghette, poi si passa una mano sulla nuca.


Davide: (Ha la voce incrinata e il tono piagnucoloso) - Mi ha dato uno schiaffo...prof…

Prof.- Ho chiesto al preside un’aula più grande. Ci vuole pazienza. Passando, capita che uno ti urti –

Davide - Non mi ha urtato, signora. Mi ha dato uno schiaffo qui –

Prof. (la prof minimizza).- Ma dai… -

Maria - L’ha fatto apposta, professoressa.

Gaia - Impossibile.

Si apre una piccola discussione, buona scusa per interrompere Renzo sulla strada per Milano. Massimo e Gaia prende le parti di Simone; Maria, Oriana e qualcun altro quelle di Davide. La gran parte della classe, la maggioranza silenziosa, non parteggia né per l’uno né per l’altro.

Simone rientra. La prof lo ferma prima che torni a posto.

Prof. - Hai dato uno schiaffo a Davide?

Simone- Chi, io?

Prof. - Lui dice così.

Simone - L’avrò urtato.

Prof.- Va bene... Lasciamo perdere. È colpa degli spazi stretti.

Davide (con tono di protesta) - Era uno schiaffo vero e proprio. Non è la prima volta.

Simone - Ma che dici, secchione? Ma se non ti ho mai toccato!

Maria (si alza in piedi)- Vergognati Ma se ieri l’hai quasi fatto cadere per le scale!

Un alunno: - È vero -.

Un altro alunno - Ma che dici?

Prof. - Allora, Simone? È vero quello che dice Maria?

Simone - Le scale? Ma sono strette. Questa scuola è tutta stretta e vecchia. Scendendo spingono da dietro, sarà anche capitato, non mi ricordo. Inciampiamo spesso.

Prof. - Che non succeda più. Spinte e schiaffi. Capito? Se no andiamo dal preside un’altra volta. E non so se ti conviene!

Simone abbassa la testa e guarda Maria, la spia, che lo sfida con un atteggiamento fermo e gli occhi di ghiaccio. Lei sa bene che può essere la prossima vittima, ma non lo teme.

Scena 2 Davide è appoggiato alla macchina della sorella Rachele. E’ mogio, più del solito, e la sorella se ne accorge.


Rachele: - Problemi?

Davide - I soliti.

Rachele - Cioè? - -

Davide: Simone. È lui il mio problema. I professori non dicono niente.

Rachele - Non sarà che ingigantisci la cosa? Oggi che ti ha fatto?

Davide: - Non ingigantisco nulla. Oggi mi ha dato uno schiaffo, mi ha quasi rotto gli occhiali.

Rachele - Così, in classe, davanti al professore?

Davide - Sì, davanti alla classe e alla professoressa. Mi ha fatto male.

Rachele - Ehi, non è che ti metti a piangere?

Davide - Vorrei vedere te. Basta, io non ci vado più!

Rachele - Dai, ora ne parliamo a mamma e papà. Mica puoi lasciare la scuola così all’improvviso.

Davide - Perché no? C’è l’altra scuola media.

Rachele - Così, a metà anno scolastico, non so.

Davide - Io domani non ci vado, hai capito?

Rachele: - Ehi, stai calmo.

Padre Benedetto, l’insegnante di religione, sul vespino antidiluviano, batte sul vetro della macchina.

Davide (gridando) - Padre! -.

Padre Benedetto: Ti chiamo dopo!

Rachele: - E lui, che dice?

Davide: - Non lo so. Non lo capisco. Ma quando c’è lui Simone non si muove.

Rachele: - Strano.

Davide: - Mah. In classe padre Benedetto non parla solo di religione.

Rachele: - La vera religione è la vita e se lui parla della vita è un vero prete. Anzi, un vero insegnante di religione.

Davide: - Le sue lezioni non sono mai noiose. Ma è solo un’ora alla settimana.

Rachele: - (riprendendo il discorso dello schiaffo) In inglese si chiama bullying, in Scandinavia mobbing, che però in Italia ha un altro significato, Davide, il bullismo è una variante del teppismo o del vandalismo, un rifiuto delle regole e una violenza imposta da un singolo su un altro singolo o su tutta una classe. Ne parlerò con padre Benedetto.

Cinge le spalle del fratello, appena scesi dalla macchina, e si accorge che sta singhiozzando.

e così via...

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